Regia di Robert Guédiguian
con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Lola Naymark, Robinson Stévenin
In sala dall’11 aprile
Tre stelle e mezzo
Rosa come Rosa Luxembourg, Antonio come Antonio Gramsci: è così che i due fratelli figli di un emigrato nella Marsiglia del dopoguerra spiegano i loro nomi. Rosa, interpretata da Ariane Ascaride, è l’attrice feticcio di Guédiguian nonché sua moglie: assieme hanno portato avanti negli anni con coerenza gentile e militante il loro canto d’amore per Marsiglia e per i suoi abitanti, fedeli ai temi di sempre, film dopo film.
Guédiguian, figlio di un operaio di origini armene, si dice da sempre comunista ma il suo è un credo ideale e non ideologico, che lo porta a raccontare anche i problemi della sua Sinistra, pur confidando nella vittoria dei deboli e dei migliori, convinto che il mondo prima o poi regalerà a ciascuno un brandello di felicità.
Ci vorrebbero due vite, fa dire a uno dei protagonisti, una per te e una per aiutare gli altri ed è proprio una storia di solidarietà quella che ancora una volta Robert Guédiguian mette in scena.
Rosa è un’infermiera ma il lavoro vero è l’impegno politico a favore dei più svantaggiati, impegno che condivide con tutta la sua vivace famiglia. Il fratello, impenitente playboy, è un vecchio comunista nostalgico che si addormenta leggendo un libro sugli scioperi e ospita con affetto paterno una giovanissima infermiera africana, il figlio gestisce il bar di famiglia, storica roccaforte armena nella città, la sua ragazza lavora con i migranti e si batte per intitolare una piazza al 5 novembre, data in cui nel 2018 in rue d’Aubagne, nel quartiere di Noailles, nel centro storico di Marsiglia, due palazzi fatiscenti crollarono, seppellendo otto persone. Il secondo figlio di Rose è un medico attento ai problemi umanitari che vorrebbe partire per la Turchia ancora una volta in difesa degli armeni. Infine c’è un ex libraio (ha lasciato la bottega alla cooperativa dei dipendenti) che entra a far parte della famiglia allargata di Rose e si innamorerà di lei. Perché, va bene l’impegno, va bene la politica, ma senza i sentimenti saremmo ben poca cosa.
Sono tanti gli argomenti che attraversano il film di Guédiguian, da sempre sensibile a quello che si muove nel mondo. Si parla di migranti, della crisi della sinistra, di ambiente, di bambini e di scuole, di famiglie consolidate e in via di formazione e tutto è incorniciato dalla bellezza struggente della luce di Marsiglia. E si parla di amore, che può sbocciare a qualunque età. Perché senza l’amore la vita perderebbe di senso. La storia scorre fluida, naturale, in un racconto corale dove tutti cercano di dare il meglio di loro stessi, con onestà e buon cuore. Alla fine, come nelle favole, le pedine vanno al loro posto in una versione moderna del …e vissero tutti felici e contenti. Sarebbe bello se il mondo fosse come quello raccontato da Robert Guédiguian, ma forse se ci crediamo, come lui, come i suoi personaggi, chissà che qualche passo avanti non si riesca a farlo.