Another End, un’innovativa tecnologia che, per alleviare il dolore della perdita, permette di trapiantare brevemente in una persona viva i ricordi, i pensieri e la personalità di un morto.
Un melò fantascientifico con la regia e sceneggiatura del giovane italiano Piero Messina, 42 anni, al suo secondo film, che ha lavorato insieme a Sebastiano Melloni, Valentina Gaddi e Giacomo Bendotti.
La direzione della fotografia è a cura di Fabrizio La Palombara e il montaggio è di Paola Freddi.
Un cast internazionale: il bel messicano Gael Garcìa Bernal interpreta il vedovo Sal, la norvegese Renate Reinsve è la moglie Zoe, l’argentina Bérénice Bejo è la sorella Ebe, infine appare la britannica Olivia Williams.
Un uomo si aggira distrutto dalla perdita dell’amata moglie. Ma in un futuro prossimo è possibile rivivere gli ultimi attimi con la persona cara ormai assente, capace di incarnarsi nel corpo di qualcun altro.
Una grande cura formale e un’asciuttezza che colpiscono, lasciando più a piccoli ruoli di contorno che ai bravi protagonisti lo spazio per abbandonarci all’emozione.
Trattenuto ed elegante, un buon film capace di sollevare molti interrogativi.
Another End, è ambientato in un futuro prossimo, nel quale è stata data alle persone in lutto una grande possibilità, salutare chi non c’è più. Grazie alla nuova tecnologia Another End, si può incontrare nuovamente la persona cara, il dolore del distacco viene alleviato e si ha più tempo per potersi dire addio per sempre.
Sal non riesce più a vivere da quando ha perso la sua Zoe per questo sua sorella Ebe gli consiglia di provare Another End.
L’uomo ha la possibilità di entrare in contatto con Zoe ormai defunta attraverso il corpo di un’altra donna.
Ma il dopo, come rielaborare la propria vita facendo i conti con un’assenza, e come riempirne lo spazio, quello tramutato in ricordo.?
Anather end prevede un numero limitato di incontri che non sembrano bastare per il distacco definitivo. Cosa resta di tutto quell’amore promesso quando erano in vita, una volta che il tempo finisce?
Ancora una volta i luoghi hanno un’importanza cruciale per Piero Messina.
Il suo immaginario è rappresentato dall’immutabilità delle relazioni umane, dall’amore sublimato in ricordo, rivissuto ossessivamente dal protagonista, ma anche da chi incontra ogni giorno in metropolitana, rigorosamente a occhi chiusi.
Una società della nostalgia che non vive più nel presente ma rischia di scivolare in un perenne ricordo, in cui rievocare senza distinzioni diventa la bulimica ossessione di chi non riesce a elaborare e a lasciare andare.
Another End suscita molti interrogativi, senza preconfezionare risposte, più o meno sfornate da algoritmi.
Quello che è certo è che in un futuro prossimo esiste la possibilità di salutare le persone che non ci sono più.
In certa maniera ricorda il film cult Ghost – Fantasma.
Questa è una storia d’amore e di lutto che fa di Piero Messina uno dei registi italiani più dotati.
Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.