“Lo stereotipo è una visione semplificata e largamente condivisa di un’idea, un concetto, un oggetto, un gruppo di persone”
STEREOTIPI E ARZIGOGOLI, DI DONATELLA CAIONE, MATILDA EDITRICE
RECENSIONE DI DANIELA DOMENICI
“Lo stereotipo è una visione semplificata e largamente condivisa di un’idea, un concetto, un oggetto, un gruppo di persone. La parola stereotipo dalla parola greca stereos che significa solido, stabile, resistente e da tipos che vuol dire modello, marchio. Un marchio resistente insomma”: con queste parole Donatella Caione, madre, donna ed editrice (così si autodefinisce lei nelle pagine conclusive), e tanto altro ancora, dà il via a questo suo splendido, innovativo, pratico, ironico, dettagliato e molto vero saggio sugli stereotipi, alcune sue “divagazioni in tema di genere”, come scrive lei stessa in copertina, che comprendono anche brevi cenni su molti dei testi pubblicati dalla sua casa editrice su questa tematica così ampia e importante.
Ringrazio Caione per la sua analisi alquanto innovativa; questo suo piccolo grande libro andrebbe adottato nelle scuole di ogni ordine e grado iniziando da quella dell’infanzia perché, come scrive l’autrice, “abbiamo bisogno di poter educare bambini e bambine alle differenze, abbiamo bisogno di poter contrastare gli stereotipi di genere fin dalla prima infanzia”…e ancora ”spesso, dividendo nettamente in categorie con ruoli predeterminati, allo scopo di affermare la specificità, si finisce proprio per negare le differenze, non banalizziamole, le differenze…sono ciò che ci rende persone uniche…”: nel mio piccolo, come docente, madre e nonna, cercherò di far conoscere questo suo testo ovunque mi capiti di interagire, sia nella realtà virtuale che in quella de visu.
E concludo ancora con le parole di Caione che mi trovano pienamente concorde e che dovrebbero essere stampate a caratteri cubitali “Siamo al 41esimo posto nella classifica del Global Gender Gap. Se vogliamo risalire la classifica, se vogliamo che realmente le nostre bambine abbiano pari opportunità non è di quote rosa che abbiamo bisogno ma di una educazione che liberi la loro intelligenza, creatività, genialità, che le faccia sentire libere di desiderare e sognare, che non le intrappoli in costruzioni definite per loro da altri, magari per esigenze commerciali e pubblicitarie. E naturalmente anche i bambini hanno diritto ad opportunità pari, per crescere liberi di diventare buni padri, di essere bravi in italiano più che in matematica, se lo desiderano, per potere essere uomini rispettosi delle loro compagne, non soffocati da vecchi modelli stereotipati”: grazie, Donatella, per quello che fai da quasi vent’anni con entusiasmo, passione e competenza.