La Mindfulness è una tecnica di meditazione che aumenta la nostra consapevolezza e libera il nostro pensiero.
Mindfulness è un vocabolo inglese che significa consapevolezza. E’ anche il nome di una tecnica che ha molto a che vedere con la pratica della meditazione, e questo è il motivo per cui ce ne occupiamo in questo post. Attraverso pochi, semplici gesti (la cui messa in atto, tuttavia, come vedremo fra poco, non è affatto scontata), insegna a disinserire il pilota automatico che regola in maniera deterministica i nostri gesti, ad uscire dalla routine che ci annoia e inutilmente appesantisce le nostre giornate, dai clichè delle scelte inconsapevoli.
Non è una tecnica di rilassamento, anche se l’allentamento delle tensioni può essere una delle sue piacevoli conseguenze. Il suo scopo è farci acquisire maggiore libertà nel pensiero, aiutarci ad ampliare l’orizzonte delle possibili soluzioni ai nostri problemi, al fine di poter operare, nelle grandi come nelle piccole questioni, la scelta migliore per noi.
Stando seduti, comodi, su una poltrona o un divano, approfondendo l’intensità del respiro e portando la mente al presente, possiamo aumentare la nostra presenza, imparare a mantenere l’attenzione fissa su ciò che stiamo facendo e, in ultima analisi, a salvare il cervello dal burnout del multitasking. Se ci fate caso, scoprirete che spesso noi non ci accorgiamo di ciò che stiamo facendo, tanto siamo abituati ad avere il cervello sfasato rispetto alla nostra occupazione del momento. Cuciniamo pensando alla pratica che il giorno successivo attenderà il nostro intervento per essere sbrigata, camminiamo per strada pianificando la soluzione alle incombenze che ci attenderanno una volta rientrati a casa. Comportandoci così, riduciamo l’efficienza dei nostri gesti e, anziché risparmiare tempo, ne perdiamo. Ma, quel che più conta, gettiamo al vento risorse emotive ed energetiche che non recupereremo tanto facilmente.
A differenza dei nostri comportamenti quotidiani, fortemente orientati all’obiettivo (almeno così crediamo), la Mindfulness non ha uno scopo così preciso. Non ci impone di riflettere, agenda alla mano, su come ottimizzare i nostri sforzi o migliorare le nostre performance. Ci chiede di essere semplicemente di essere dove siamo non solo con il corpo, ma anche con la testa. Ci spinge ad essere noi stessi, a setacciare i nostri pensieri dai pregiudizi, dalle credenze e dai falsi convincimenti che li distorcono. Senza reagire, senza giudicarli, osservandoli e basta. Detto così sembra facile. Tuttavia, chiunque abbia un minimo di dimestichezza con questo genere di esercizio, sa bene che non è semplice come si potrebbe credere.
Molti dei nostri comportamenti istintivi nascono dall’attivazione dei meccanismi difensivi che vorrebbero proteggerci. Si tratta di sistemi psichici molto antichi, che fanno parte di circuiti cerebrali primitivi e che possono essere mediati da un’attività più fine di controllo. Spesso ci forzano a reagire d’impulso, senza che noi abbiamo la possibilità di riflettere sulle possibili conseguenze. Altre volte ci limitano, convincendoci a rinunciare ad eventi che potrebbero deluderci. Il punto veramente importante è smascherarli, renderli evidenti a noi stessi, in maniera da poter decidere liberamente e non sulla scia di un istinto.
Questi trabocchetti che, in assoluta buona fede, ci gioca la nostra mente, rendono difficile praticare la Mindfulness. Almeno all’inizio. Ma l’esercizio costante e fiducioso rende le procedure via via più semplici.
Anche se lo stress management non è lo scopo della mindfulness, ne è comunque una conseguenza. Portare la propria attenzione sul momento aiuta paradossalmente a prendere distanza dai problemi, perché promuove uno sguardo meno critico su se stessi e riduce il rischio di identificazione con i propri problemi. Quest’ultimo è un vero e proprio tarlo che ci consuma. Vi è mai capitato di sentirvi sopraffatti dai doveri? A peggiorare la situazione, di solito, si aggiunge la mancanza di comprensione che ci aspetteremmo di avere da chi ci sta intorno. Snocciolando le questioni che ci affliggono nel tentativo di convincere gli altri che si tratta di vertenze al massimo grado di complessità, ci rendiamo infatti conto che si tratta di problemi che, analizzati separatamente l’uno dall’altro e razionalmente, sono risolvibili con sforzi limitati.
La Mindfulness agisce così, aiutandoci a dipanare la matassa che si è creata nella nostra mente. Facendo luce su quelli che sono i nostri veri bisogni, creando spazio perché le nostre risorse possano emergere e perché noi possiamo sfruttarle al meglio.
Monica Torriani è moglie, mamma di quattro ragazzi, farmacista e blogger. Si occupa di Salute e Benessere per WELLNESS4GOOD, il sito che ha fondato.