Anna Politkovskaja, fiera e coraggiosa oppositrice del regime di Vladimir PutinOdiata dal regime, spesso non trovava alleati neanche fra le persone comuni. Dieci anni dopo, di Anna Politkovskaja resta l’esempio. Restano i tanti omaggi come i giardini a lei intitolati a Milano di fronte alla stazione Garibaldi.
di Lucia Tilde Ingrosso
Tutto inizia con uno spunto dei miei agenti: raccontare ai ragazzi un grande personaggio. Avevo tre nomi. Gli altri erano Salvo D’Acquisto e Pepe Mujica. Ma era chiaro che la scelta sarebbe caduta su di lei. Da donna a Donna, da giornalista a Giornalista.
Anna Politkovskaja, fiera e coraggiosa oppositrice del regime di Vladimir Putin. Testimone delle guerre in Cecenia, dove andò 40 volte. Minacciata, insultata, ignorata, incompresa. Per la Novaja Gazeta scrisse oltre 500 articoli, che le causarono infinite cause legali, da cui si difendeva da sola. Odiata dal regime, spesso non trovava alleati neanche fra le persone comuni. «La mia vita è difficile, ma soprattutto umiliante. Non ho più l’età per scontrarmi con l’ostilità e avere il marchio di reietta stampato sulla fronte. Tanti mi dipingono come la pazza di Mosca. Vivere così è orribile. Vorrei un po’ più di comprensione».
Per raccontarla ai giovani, ho creato il personaggio di Anna, sua omonima, 15 anni, di Milano, con la passione per il giornalismo. Decide di frequentare un corso e il suo prof la “abbina” proprio alla Politkovskaja. E così la mia protagonista e io scopriamo insieme la giornalista russa. Ci appassioniamo entrambe a una storia di dedizione e sacrificio. Diamo valore a una professione che, se svolta in modo coscienzioso, continua a essere importante. Vitale, anzi.
La fine di Anna Politkovskaja è nota. Autunno 2006. Viveva da sola: i figli grandi, il marito separato, il padre morto, la madre in ospedale. Con lei solo Van Gogh, un bastardino che aveva salvato dalla strada. «Tutti ti piantano, tutti si stancano di te: il cane non smette di amarti». Tornata dalla spesa, carica di borse, freddata da un killer mai cercato, lasciata a terra come un fagotto.
Ha detto Garry Kasparov, che conosciamo come campione di scacchi e che oggi combatte per i diritti umani: «La Russia diventerà un Paese normale quando il 7 ottobre onorerà la memoria di Anna Politkovskaja invece di festeggiare il compleanno di Vladimir Putin».
Sono passati dieci anni e nulla sembra cambiato. Vladimir Putin ha appena vinto le sue ennesime elezioni. I cronisti contrari al regime continuano a morire. E Anna Politkovskaja è per molti ormai un ricordo sfocato.
«Mio padre era un lettore della Novaja Gazeta, anche se questa era una cosa da non dire troppo in giro. Ogni tanto passava in redazione e lasciava una busta con dei soldi, perché il giornale era sempre in difficoltà. Gli articoli di Anna erano i nostri preferiti, così pieni di storie bellissime e tragiche» mi ha confidato Marina, interprete russa da anni in Italia. La sua è stata una delle fonti a cui ho attinto – insieme a libri, video e altre testimonianze – per farmi un’idea di Anna Politkovskaja.
A colpirmi una cosa su tutte. Anna aveva potuto scegliere. All’estero era amata e rispettata. Pubblicava libri, vinceva premi, era invitata a conferenze. Per un periodo, aveva anche vissuto a Vienna. Ma poi aveva fatto dietrofront. Forse poteva uscire dalla Russia, ma non poteva farsi uscire la Russia dal cuore. E così era andata incontro al suo destino. Sapeva di avere i giorni contati. Ma non conosceva un altro modo di vivere. Scrivendo, firmando i suoi pezzi denuncia, guardando il nemico dritto in faccia.
Dieci anni dopo, di Anna Politkovskaja resta l’esempio. Restano i tanti omaggi come i giardini a lei intitolati a Milano di fronte alla stazione Garibaldi. E c’è la nipotina, figlia della figlia Vera, che porta il suo nome. Abbinato a Viktorija, come buon auspicio per il futuro. Nella speranza che Anna Viktorija arriverà a conoscere il nome dell’assassino di sua nonna. E ad avere giustizia.
Il 7 ottobre alle 18 e 30 parliamo di Anna Politkovskaja e del suo esempio con gli amici di Annaviva alla libreria Il Mio libro di via Sannio 18 a Milano. Ci piacerebbe essere in tanti
Lucia Tilde Ingrosso, autrice di Il sogno di Anna, romanzo per ragazzi (Feltrinelli), che racconta la passione per il giornalismo. E la grande Anna Politkovskaja.