Ma la vera differenza tra atlete ed atleti è che si parla ancora di sport femminile. “Quando smetteremo di parlare di sport femminile e inizieremo a riconoscere le donne al pari degli uomini anche nello sport, allora potremo cambiare il tono del dibattito”
di Erika Castro
Donne nello sport: esiste la parità dei sessi?
Ora che le Olimpiadi di Rio si sono concluse già da giorni è tempo di fare bilanci e non solo per contare le medaglie guadagnate.
E’ stata una grande festa, non ci sono dubbi, e la citta’ ha fatto del suo meglio (piscine verdi e polemiche varie a parte) per ospitare questo grande evento, eppure non sono mancati commenti fuori luogo, sessisti e discriminatori nei confronti delle donne.
Partendo dall’ormai tristemente famoso titolo delle ‘’ Cicciottelle azzurre’’ che è costato il licenziamento al direttore del quotidiano incriminato, passando per le finali di judo femminili definite ‘’cat fight’’ da un commentatore della BBC per arrivare al nuoto dove Katie Ledecky che ha vinto e battuto il record negli 800 stile libero e’ stata piu’ volte paragonata a Michael Phelps invece di ottenere riconoscimenti.
E che dire della partita simbolo di beach-volley tra la Germania e l’Egitto che è stato indicato come il match tra “bikini e burqa” dalla BBC?
Evidentemente qualcosa non ha funzionato nel modo corretto se ancora nel 2016, in un’Olimpiade che deve essere l’emblema dell’unione e dell’uguaglianza tra popoli, sesso e culture si e’ assistito a commenti del genere. Ma non e’ la prima volta che succede anzi, secondo uno studio condotto dalla Cambridge University che ha analizzato quali parole vengono associate agli atleti di entrambi i sessi, sono emersi diversi risultati interessanti:
• Gli uomini sono citati tre volte più spesso delle donne nello sport.
• Le atlete vengono più comunemente associate a parole correlate a gravidanza, età, matrimonio. Contrariamente per gli atleti di sesso maschile si utilizzano parole per enfatizzare la prestazione fisica come velocità, resistenza e peso corporeo.
• Le donne sono indicate due volte più spesso come ‘’ragazze’’ rispetto agli uomini
• L’aspetto, la privacy ed il modo di vestire mette spesso in secondo piano le prestazioni sportive delle donne.
Ma la vera differenza tra atlete ed atleti e’ che si parla ancora di sport femminile. “Quando smetteremo di parlare di sport femminile e inizieremo a riconoscere le donne al pari degli uomini anche nello sport, allora potremo cambiare il tono del dibattito”, ha detto Sam Smethers da The Fawcett Society – una delle più grandi organizzazioni del Regno Unito per i diritti delle donne. Ma anche in sport dove uomini e donne competono alle stesse condizioni e senza distinzioni, lo scenario non cambia. Per esempio, sempre più donne giocano a poker professionalmente, ma ancora molti uomini sostengono che le ragazze non possono essere delle brave avversarie. Vanessa Selbst, pur essendo una delle più titolate campionesse dei tavoli verdi, si e’ a lungo battuta sulla discriminazione che lei stessa ha dovuto subire in quanto donna proprio sulla sua pelle.
Anche gli scacchi e il biliardo si aggiungono agli sport in cui la separazione tra i due sessi è davvero discutibile: gli uomini e le donne gareggiano separatamente pur avendo le stesse esatte condizioni. Sarebbe opportuno invece che proprio questi sport in cui non esistono regolamenti differenti possono essere utilizzati come esempio d’integrazione di genere nello sport per spianare la strada ad altre discipline.
La domanda posta nel titolo dell’articolo rimane ancora tristemente senza risposta. Ma resta la speranza che tutte queste polemiche sollevate durante Rio 2016 siano almeno servite da lezione a coloro che non hanno esitato a ‘’prendere di mira’’ le donne.